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RECENSIONI D'ECCEZIONE
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LE PEONIE DI MIA MADRE |
Editore Albatros Editore
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Angelica è una giovane donna di oggi, una di noi, vicina, nella sua vivida umanità di trentenne completa: sposa, madre, donna. La sua vicenda umana, protagonista femminile del romanzo, diviene evocazione allegorica e delicata comparazione con la voluttuosa carnalità della peonia, regina dei ori, nel suo inconfondibile, rigoglioso sbocciare dei primi giorni di ogni estate. I suoi petali, infatti, sono come purpuree veline, adorne di leggerezza ineffabile. Le sue corolle ricche, stemperate in miriadi di delicatissime urne, racchiudono le geometrie perfette di un disegno antico; custodiscono, come scrigni silenti, la dolcezza vibrante di un ricordo, la tenerezza di un moto dell'anima, il calore di una carezza, lo struggente languore del distacco, la sconvolgente stoicità di un amore, la disillusa consapevolezza del rimpianto: di ciò che più non torna, della parola non detta, del gesto non compiuto. Il parallelismo tra Angelica e il più opulento e teatrale dei fiori diviene delicato e poetico simbolismo della fallacità di ogni affetto, della fugacità di ogni passione. Le certezze acquisite dalla protagonista, in una vita conformistica e pedissequamente modulata su ciò che gli altri si aspettano da noi, improvvisamente si frantumano in un disordinato caleidoscopio di sensazioni e stati d'animo così come i petali delle peonie gualciscono, indifesi, all'insolente soffiare del vento e, inevitabilmente, avvizziscono al lacrimare della rugiada. L'autrice suggerisce, ma non condanna i comportamenti del ruolo giocato dai personaggi che animano l'intreccio del romanzo e non risolve lo strappo interiore di Angelica, violata dalla virulenza di un passato sconosciuto, lontano, estraneo, altro, ma lascia al lettore l'ultima parola: il vacillare nel dubbio, l'onere del giudizio, la compassione dell'assoluzione.
Il primo romanzo di narrativa dell'autrice, attualmente alla sua terza ristampa, é stato insignito di Segnalazione d'Onore alla ventinovesima edizione del Premio Firenze, patrocinato dal centro culturale Mario Conti, ed assegnato sabato 3 dicembre 2011 nella magniloquente cornice del Salone dei Cinquecento, in Palazzo Vecchio, nel capoluogo toscano. |
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“Il ritmo è gradevole grazie ad una scrittura coinvolgente, sensibile e acuta (…) L'ho letto, mi ha convinto e sono entrato nel libro. Perciò fate come ho fatto io: entrateci anche voi! Sceglietevi un personaggio. Buona scelta ma soprattutto buona lettura!”
Elio Pandolfi (attore e doppiatore) |
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“Un romanzo bello da leggere e da ascoltare, scritto in un italiano elegante, con grande attenzione ai particolari ed alla psicologia dei personaggi (…) offre un'occasione per riflettere su se stessi (...)"
Irene Pivetti (in qualità di relatrice alla presentazione del libro avvenuta il 15 aprile 2011, nella Sala del Trono della reggia di Colorno, in concomitanza con l'inaugurazione della manifestazione “Nel Segno del Giglio”): |
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“Appassionante e coinvolgente grazie ad un ritmo narrativo cinematografico!”
Mario Lanfranchi (regista e attore di teatro) |
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CAPITOLO 1
Angelica era in cucina. Aveva pregato Marianna di non far entrare nessuno mentre preparava la torta … la “sua” “torta Della Torre” o per lo meno così conosciuta; preparata sulla base di un’antica ricetta tramandata di madre in figlia e mai svelata a quanti non fossero della famiglia.
Angelica aveva già disposto tutti quanti gli ingredienti sulla tavola, avrebbe provveduto a impastarli in un preciso ordine: prima la farina, poi il burro fuso, lo zucchero … ma proprio in quell’istante udì come un fulmine a ciel sereno la voce di Viola.
«No» pensò nella sua testa «Proprio adesso: che rompipalle!».
Viola entrò nella cucina come una furia: «Scusami, scusami, scusami ancora ma … ma volevo dirti che io e Giuseppe non potremo venire questo pomeriggio: abbiamo litigato come pazzi stanotte e stamattina lui se ne è andato! Capisci? Ha fatto la valigia ed è andato via! Vuole il divorzio!».
«Come dici?» fece Angelica con espressione stralunata rivolta all’amica.
«Sì, hai capito bene. Giuseppe mi ha lasciata e stavolta, credo proprio per sempre! Ma certo lui vuole la classica mogliettina tutta casa e famiglia. Vuole una donna che la sera lo aspetti a casa con un bel pranzettino pronto sulla tavola! Vuole dei figli, vuole una donna che passi la giornata nella contemplazione estatica della porta di casa aspettando che si apra la sera e le consenta di avere la visione del caro maritino che torna a casa dopo la giornata di lavoro … vuole la casalinga intenta a lustrare e rilustrare il pavimento e gli argenti sul tavolino del salotto… ma certo: a lui che gliene frega dei miei anni di studio sui libri di giurisprudenza … già! Studi che nessun paparino benevolo mi ha finanziato … ho fatto i salti mortali per pagarmi le rette della facoltà: sai che belle quelle serate al ristorante a servire ai tavoli oppure le mie estati in gelateria sino all’una di notte e poi rientro a casa e via tutta la notte sui codici di procedura penale e civile … ».
«Viola, aspetta un attimo, calmati!».
«Calmarmi? Ma come faccio a rimanere calma? Secondo te, vuoi che arrivata al punto dove sono voglia tornare indietro?
Se sono uno degli avvocati donna con il maggior numero di cause vinte nel tribunale della nostra città, credi forse che lo debba a qualcuno? E l’esame da avvocato? L’ho dovuto ripetere tre volte prima di passarlo visto che non ero nella manica di nessuno e non avevo alcuna raccomandazione … E adesso che finalmente posso godermi qualcuno dei frutti che ho tanto aspettato e che ho conquistato solo grazie alla mia tenacia e alla mia ambizione dovrei … sì dovrei lasciare tutto!».
«Ma Viola ci deve essere un rimedio, può darsi che Giuseppe voglia soltanto … ».
«Sì voglia soltanto una … una moglie come te! La donna perfetta! Tu che sei il modello a cui i nostri mariti si ispirano e che tutte noi amiche invidiamo. Angelica la cuoca provetta, Angelica la madre ideale che per seguire la famiglia e i figli ha sacrificato la sua passione … la pittura!».
«Sei proprio fuori di te Viola se pensi che … ».
«Macché, lasciami finire: guarda che so benissimo che Giuseppe, quando uscivamo tutti insieme in compagnia, tanti anni fa, era innamorato di te … aveva preso una bella sbandata; poi gli è passata, ma … ».
«Adesso credo che tu sia proprio fuori di te: devi calmarti e recuperare il tuo autocontrollo! Per me tutto quello che stai dicendo è una novità assoluta. Addirittura Giuseppe innamorato di me … questa poi è tutta da ridere … Credo solo che voi due abbiate bisogno di parlare da soli e chiarirvi meglio, non vedere tutto bianco o tutto nero; in fondo siete sposati da sei anni e siete ancora giovani: i figli arriveranno e potrete sistemare anche tutto il resto».
«Stavolta non credo proprio … Ti chiedo la cortesia di non dire agli altri il motivo della nostra assenza … non so, inventa tu a ruota libera: una causa per la quale debba urgentemente preparare degli atti oppure dì che la mamma di Giuseppe è ammalata e … ».
«Non dirò proprio un bel niente: solo che non eravate sicuri di poter venire … ora non importa che cerchi giustificazioni per me: vai a casa e cerca di rintracciare tuo marito e parlagli» quindi con la mano sfiorò delicatamente la spalla dell’amica.
Viola allora con un cenno di assenso lasciò la casa di Angelica senza replicare, se non emettendo un flebile «Grazie e scusami».
Angelica rimase sola, in silenzio, in cucina.
I suoi occhi guardavano tutti quegli ingredienti sul tavolo … improvvisamente cominciò ad avvertire un leggero senso di nausea: la scenata di Viola paradossalmente l’aveva scossa più di un terremoto improvviso: le parole di quella che lei considerava un’amica le sembravano ora casi piene di astio nei suoi confronti da ferirla profondamente; non credeva che una persona considerata amica potesse invidiarla a quel modo … più che dal litigio tra i due coniugi era stata scossa dalla cattiveria che aveva permeato quell’invettiva nei suoi riguardi.
Si rese conto, per la prima volta nella sua vita, di quanto poco in realtà si conoscano le persone, anche quelle che si frequentano più da vicino: era rimasto poco di quella Viola, ragazza sbarazzina e volitiva delle serate spensierate in compagnia. In effetti quella donna che pochi minuti prima era stata vicino a lei con i capelli scarmigliati e le occhiaie di chi ha passato la notte insonne, le sembrava ora una perfetta estranea.
Mentre era assorta in quei pensieri grigi e lo stomaco cominciava a dolerle un poco, si ricordò in un battibaleno che quel pomeriggio festeggiava il suo decimo anniversario di matrimonio: doveva pedalare se voleva sfornare la mitica “torta Della Torre”, quindi quasi meccanicamente, incominciò a impastare gli ingredienti.
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